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Il Derby Privacy vs. Salute

Questo “Derby” non esiste, non si tratta di Inter-Milan o Roma-Lazio come leggo ormai quotidianamente sui social network, sui giornali o mi capita di ascoltare nei programmi televisivi, dove gli “ultras”, schierati o per l’una o per l’altra sponda, si danno battaglia o addirittura arrivano ad insultarsi.

Senza salute non vi può essere tutela della libertà o di altri diritti, ma allo stesso tempo sappiamo che senza la libertà e la tutela dei diritti fondamentali delle persone fisiche non vi può essere una società “sana” e questo principio in Europa è garantito anche grazie al Regolamento Europeo GDPR. Sono due esigenze primarie che possono coesistere. Non sono contrapposte, ma devono essere solo bilanciate.

Le tecnologie possono e devono aiutarci ad affrontare questa emergenza sanitaria epocale, attraverso il contact tracing, la geolocalizzazione, l’aggancio di celle, i dati che potrebbero essere raccolti dai provider, ma è naturale riconoscere che esista un elevato rischio per la privacy soprattutto se queste informazioni vengano correlate tra di loro e se vengano adottare in modo indiscriminato e pervasivo tecnologie di riconoscimento facciale (FRT), di Intelligenza Artificiale (AI) o altre forme invasive di monitoraggio.

Quali sono allora i principi di riferimento per poter combattere la diffusione del virus Covid-19 senza compromettere definitivamente la privacy dei cittadini europei?

Come già indicato in queste settimane dall’EDPB (European Data Protection Board), dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e da illustri esperti nazionali occorre che le limitazioni siano proporzionate e circoscritte nel tempo ed improntate ai seguenti principi:

  • Trasparenza;
  • Certezza e limitazione delle finalità;
  • Controllo, soprattutto sotto un’autorità pubblica;
  • Utilizzo di dati anonimi, o meglio pseudonomizzati;
  • Chiarezza sui trattamenti applicati;
  • Visibilità di come vengano interrotti i trattamenti al termine dell’emergenza;
  • Garanzia di come vengano cancellati ed anonimizzati i dati al termine dell’emergenza;
  • Volontarietà dei controlli;
  • Verifica dell’effettiva efficacia sul piano epidemiologico;
  • Adozione di misure di sicurezza di estrema affidabilità.

Nel suo Manifesto “Privacy 2030 A New Vision for Europe”, il compianto Giovanni Buttarelli, scomparso nel mese di agosto 2019 quando ancora ricopriva il ruolo di Garante Europeo per la Privacy, aveva già espresso le sue preoccupazioni per il riconoscimento facciale operato dalle autorità statali che cercano di costringere o reprimere intere popolazioni, gruppi etnici o gruppi socioeconomici.

Queste applicazioni sono generalmente giustificate in nome delle esigenze di ”sicurezza”, “convenienza” od “efficienza”. Rimane poco o nessun riguardo per le conseguenze involontarie e per i gravi impatti sulla società e l’ambiente.
E finiva il suo concetto affermando che “The EU’s core values are solidarity, democracy and freedom”. Parole profetiche, specie in questi giorni in cui sono state messe in discussione tutte e tre in diverse assemblee governative europee e nazionali.

Conclusioni

Anche se di fronte a rischi per la salute dovuti alla trasmissibilità del virus Covid-19 da parte di soggetti asintomatici ed alla conseguente necessità di adottare negli ambienti frequentati per lavoro o per la vita sociale di rigidi protocolli di sicurezza e di limitazione nei comportamenti individuali (si veda la Guida Operativa sulla Fase 2), non si può rinunciare a delle garanzie irrinunciabili di libertà, di certezza dei diritti, di proporzionalità delle misure adottate, di temporaneità nella raccolta dei dati e dei trattamenti effettuati.

Lo scontro viscerale tra opposte tifoserie in questa occasione non ha alcun senso, perché forse mai come in questa occasione ci siamo sentiti una nazione unita, con dei grandi valori di solidarietà e di condivisione degli obiettivi che hanno superato le disuguaglianze sociali ed economiche esistenti. In questo senso, siamo stati un esempio per tante altre nazioni europee e mondiali perché nel nostro Paese la Sanità è un diritto universale, così come lo sono i diritti costituzionali. Dobbiamo infine ringraziare coloro che hanno affrontato questa battaglia sul campo e con i loro sacrifici stanno ancora combattendo per arginare e sconfiggere questa pandemia che ha cambiato per sempre le nostre vite.