Se si guarda alla tutela dei dati personali come la tutela di una delle libertà fondamentali dell’individuo, io, Francesco Speciale,  voglio ispirarmi a quanto dichiarato da Stefano Rodotà nel suo intervento in Polonia a Wroclav nel settembre del 2004 alla 26^ International Conference on Privacy and Personal Data Protection, intitolato Privacy, libertà, dignità.

Queste le sue parole: “Noi pensiamo di discutere soltanto di protezione dei dati, ma in realtà ci occupiamo del destino delle nostre società, del loro presente e soprattutto del loro futuro. (…) Emerge un legame profondo tra libertà, dignità e privacy, che ci impone di guardare a quest’ultima al di là della sua storica definizione come diritto ad essere lasciato solo. Senza una forte tutela delle informazioni che le riguardano, le persone rischiano sempre di più d’essere discriminate per le loro opinioni, credenze religiose, condizioni di salute: la privacy si presenta così come un elemento fondamentale dalla società dell’eguaglianza. Senza una forte tutela dei dati riguardanti le convinzioni politiche o l’appartenenza a partiti, sindacati, associazioni, i cittadini rischiano d’essere esclusi dai processi democratici: così la privacy diventa una condizione essenziale per essere inclusi nella società della partecipazione. Senza una forte tutela del “corpo elettronico”, dell’insieme delle informazioni raccolte sul nostro conto, la stessa libertà personale è in pericolo diventa così evidente che: la privacy è uno strumento necessario per difendere la società della libertà, e per opporsi alle spinte verso la costruzione di una società della sorveglianza, della classificazione, della selezione sociale. 

Stefano Rodotà

Stefano Rodotà

Queste parole confrontate con la stretta attualità dell’abuso da parte dei Social e delle Big Four/Five rispetto ai dati personali raccolti rappresentano una vera e propria profezia con quasi 15 anni di anticipo.

Quindi se non matura nella società una profonda cultura della privacy, l’attività dei professionisti coinvolti in questa difficile materia non potrà mai trovare una sua dimensione ed una forte dignità. Non ci sarà mai una soluzione tecnologia in grado di assicurare il rispetto dei dati personali, ma servirà anche un contesto generale che definisca come scoprire, classificare, gestire, analizzare e, in ultima analisi, difendere i dati con un insieme di controlli di sicurezza, tutele normative e la volontà di promuovere una cultura che rispetti e apprezzi la privacy “by design”.